Partiamo subito risolvendo un enorme equivoco.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno comunicato al Ministero della Difesa nella giornata dell’altro ieri il loro accesso all’area della Maddalena nel Comune di Chiomonte, specificando chiaramente che sarebbero entrati sia nella c.d. area di interesse strategico nazionale (il cantiere vero e proprio) che – fondamentale – nelle relative aree limitrofe (e cioè il resto dell’area militarizzata, che non è cantiere vero e proprio).
Il potere del parlamentare di entrare nell’area presidiata da militari in località La Maddalena discende (oltreché, per analogia, da quello ispettivo in C.I.E. e penitenziari, sempre esercitabile senza autorizzazione, e, in quei casi, senza preavviso) dal D.Lgs 15.3.2010 n. 6, cioè dal Codice dell’ordinamento militare.
L’art.301 del Codice è rubricato “Visite dei parlamentari nelle strutture militari” e recita:
1. I membri del Parlamento possono visitare senza autorizzazione le strutture militari della Difesa e ogni altro luogo e zona militare ovvero le installazioni, fisse o mobili, che ospitano corpi, reparti o comunque personale delle Forze armate.
2. Le visite sono annunciate con preavviso di almeno ventiquattro ore, inviato al Ministro della difesa. Le aree riservate possono essere visitate previa specifica autorizzazione.
3. Le visite si svolgono secondo le modalità definite dal regolamento, tali comunque da non interferire con la normale attività di servizio e con la funzionalità delle strutture.
Il significato e lo scopo della norma, quindi, sono chiari: creare una prerogativa del tutto speciale, in ragione del ruolo istituzionale ricoperto, ai Parlamentari della Repubblica. Si ricorda che ai sensi dell’art. 67 della Costituzione “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione”.
Togliamo adesso un altro dubbio. La struttura militare.
Ripetiamo insieme cosa dice la norma.
I membri del Parlamento possono visitare senza autorizzazione le strutture militari della Difesa e ogni altro luogo e zona militare ovvero le installazioni, fisse o mobili, che ospitano corpi, reparti o comunque personale delle Forze armate.
E infatti il presidente del Senato Grasso, in una lettera del 22 marzo, riconosce che l’area è tutelata “da militari dell’esercito” e che è configurabile l’accesso alle strutture dove essi si trovano “ricadendo nell’ambito normativo di cui alla citata legge n. 206 del 1998”.
Molto bene, dunque: i parlamentari e i loro accompagnatori entrano.
Ma dove? Ci sono limiti ovunque, oppure no? No, ri-chiariamo l’enorme equivoco.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle – e non solo – hanno comunicato al Ministero della Difesa nella giornata dell’altro ieri il loro accesso all’area della Maddalena nel Comune di Chiomonte, specificando chiaramente che sarebbero entrati sia nella c.d. area di interesse strategico nazionale (il cantiere vero e proprio, in viola) che – fondamentale – nelle relative aree limitrofe (e cioè il resto dell’area militarizzata, che non è cantiere vero e proprio, in arancione e oltre.).
La mappa che segue, realizzata dalla società pubblica LTF S.a.s. titolare del cantiere, chiarisce bene la differenza tra ‘cantiere – sito strategico di interesse nazionale’, ricordiamo bene, l’unica definita tale dalla delibera Cipe 86/10, e ‘zona militarizzata non-cantiere’.
Solo la zona viola è il ‘cantiere-sito strategico di interesse nazionale’ (lato destro per chi ha problemi di identificazione colori), nella quale il presidente del Senato ritiene che i parlamentari possano accedere accompagnati dal titolare del cantiere, tutto il resto, compresa l’area arancione, non lo è. E i parlamentari vogliono visitare anche quell’altra area.
La società LTF S.a.s. non ha alcuna ‘giurisdizione’ o potere sulle aree al di fuori di quella colorata in viola, semplicemente per il fatto che quella non è area di cantiere e non è ‘sito strategico di interesse nazionale’.
Per essere più chiari, diremo che l’area di ‘cantiere- sito strategico di interesse nazionale’ rappresenta si e no il 30% della complessiva area militarizzata che i parlamentari visiteranno, che si estende anche oltre la zona arancione, per numerosi ettari tutt’intorno al cantiere, partendo dal torrente Clarea e arrivando sino al famoso cancello della Centrale idroelettrica. Qui sotto una spiegazione ancora più chiara.
Per essere ancora più chiari.
Qui sotto vedete la zona delle Vigne (peraltro, in parte di proprietà dei No Tav) e in fondo a destra, l’edificio a quattro piani con tetto arancione, la Centrale Idroelettrica: tutta la zona è militarizzata dal 27 giugno del 2011 ma non ha proprio niente a che vedere con il ‘cantiere-sito strategico di interesse nazionale’.
Qui sotto vedete il cancello della Centrale e dietro la Centrale. A sinistra in alto altre cancellate che delimitano l’area militarizzata dal 2011 (quindi bloccano di fatto l’accesso ad un’enorme area di territorio) e che, lo diciamo ancora una volta, non hanno niente a che vedere con il ‘cantiere-sito strategico di interesse nazionale’, che si trova da tutta un’altra parte, a centinaia di metri di distanza.
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In conclusione i parlamentari sabato mattina 23 marzo 2013 entreranno liberamente dal cancello della Centrale idroelettrica[1] che delimita l’area militarizzata, e che ribadiamo, non delimita affatto l’area di ‘cantiere-sito strategico di interesse nazionale’ e raggiungeranno senza vincoli – vincoli che nessuno può imporre loro visto che godono delle prerogative dell’art. 301 D. Lgs. 6/10 – il confine di tale zona di ‘cantiere-sito strategico di interesse nazionale’ ubicata parecchie centinaia di metri più in là, oltre il Museo Archeologico.
A quel punto verranno prese in considerazione le questioni sulla sicurezza e l’incolumità personale.
[1] Che per inciso, ricordiamo, il Comune di Chiomonte ritiene abusivo e del quale ha intimato la demolizione.